Sunday, October 16, 2011

RABARBARO (RHEUM PALMATUM E RHEUM OFFICINALE)


Si tratta di grandi piante erbacee che vagamente ricordano la bietola per la forma delle coste e delle foglie, che presentano nervature rossastre. L'infiorescenza assomiglia ad una grande pannocchia con piccoli fiori bianchi, verdastri o rossi, mentre il frutto e' una noce. 
L'odore, gradevolissimo, e' molto particolare, mentre il sapore, astringente, tende verso l'amarognolo, "difetto" questo totalmente ovviabile con l'aggiunta di zucchero o miele.
I rabarbari provengono essenzialmente dalla Cina, dove i suoi principi attivi venivano adoperati gia' nel 2.700 a. C. sotto forma di estratto fluido. A piccole dosi l'estratto e' un tonico astringente ed uno stomachico; a dosi superiori e' un lassativo e un debole purgante. La sua reazione si fa sentire dopo 8-12 ore dall'assunzione, come per tutti i purganti antracenici. 
L'estratto e' controindicato in gravidanza e in caso di emorroidi.
Oltre al Rabarbaro cinese si trova in commercio quello europeo, proveniente da specie coltivate in Francia, Germania, Inghilterra e Irlanda. L'estratto di queste piante e' meno attivo di quello del rabarbaro cinese e viene utilizzato essenzialmente in campo gastronomico.
Ottime le creme al rabarbaro e squisite le confetture, spesso utilizzate per farcire ottime torte e crostate...come quella che ho preparato io (http://lafabia.blogspot.com/2011/10/crostata-al-rabarbaro.html)

Saturday, October 15, 2011

CORIANDOLO (CORIANDRUM SATIVUM)


Questi sono i frutti esiccati del coriandolo, che io utilizzo spesso in cucina, anzi, colgo subito l'occasione per segnalarvi una delle mie ricette che li contengono: http://lafabia.blogspot.com/2011/10/bocconcini-di-tacchino-allarancia-e.html.
Il coriandolo e' una pianta erbacea che appartiene alla famiglia delle Apiaceae o Umbelliferae, la stessa alla quale, tra le tante, appartengono l'anice verde, il cumino e...udite, udite, anche il prezzemolo e le carote, entrambi largamente impiegati nella cucina di tutti i giorni.
La pianta del coriandolo ricorda infatti moltissimo quella del prezzemolo, sono praticamente gemelle, ma il sapore che le sue foglie conferiscono al piatto e' qualcosa di assolutamente diverso.
Le proprieta' terapeutiche sono note fin dall'antichita'. In particolare gli Arabi si interessarono al Coriandolo come erba medicinale. 
A livello dello stomaco svolge attivita' coadiuvante durante la digestione e a livello intestinale limita la formazione di gas e ne facilita l'espulsione, pertanto puo' essere impiegato da coloro che soffrono di colite per attenuare il gonfiore e la tensione addominale.
Anche il semplice infuso, ottenuto dalle foglie esiccate, e' molto utile in questi casi. 
Spesso infatti entra nella composizione delle tisane formulate in erboristeria appositamente per le persone che soffrono di colite e dolori addominali.
Provate ad aggiungere qualche fruttino esiccato (lo trovate oramai in tutti i reparti erbe e spezie dei maggiori ipermercati) ai vostri arrosti o agli stufati di carne e regalera' loro una nota
di fondo particolarmente gradevole...e rendera' il piatto piu' digeribile!







 

Tuesday, October 4, 2011

DRAGONCELLO (ARTEMISIA DRACUNCULUS)


Il dragoncello o estragone (Artemisia dracunculus) è una pianta aromatica perenne originaria della Siberia e della Russia meridionale. Da noi è un specie coltivata, raramente cresce spontanea.
Il fusto forma dei cespugli che possono raggiungere l'altezza di circa un metro, i fiorellini sono piccoli e di colore giallo verde e sono raggruppati a formare delle infiorescenze di forma allungata.
Reca foglie di colore verde scuro, dalla superficie lucida, sottili, allungate. E' largamente coltivata in Europa occidentale per il suo uso gastronomico. È molto utilizzata nella cucina toscana e in quella francese per insaporire pesce e altri piatti.
Insieme al cerfoglio e'  uno dei componenti principali della salsa bernese che si usa per insaporire la carne alla griglia.
Ha proprietà antisettiche e digestive. Le foglie contengono molti sali minerali e vitamine A e C. Masticare le foglie fresche riduce le sensibilità delle papille gustative; non si puo' certo parlare di un vero e proprio effetto anestetico, ma tempo fa lo si dava ai bambini per facilitare l'assunzione di medicine amare.
Solitamente le foglie si usano tramite un infuso. Le radici danno sollievo al mal di gola e l'infuso di foglie stimola l'appetito.

Io lo uso spesso in cucina, e' favoloso con il salmone e con i funghi (http://lafabia.blogspot.com/2011/10/tagliatelle-ai-finferli-e-chiodini-con.html)!

Sunday, October 2, 2011

LENTISCO (PISTACIAS LENTISCUS)


Dopo la splendida giornata in campagna, con relativa passeggiata rigenerante per riempirci i polmoni dei profumi della natura, non potevo che dedicare questo post ad una delle piante piu' caratteristiche della macchia mediterranea. Il lentisco e' una pianta arbustiva dioica, con fiori femminili e maschili separati su piante differenti. In entrambi i sessi i fiori sono piccoli, rossastri, raccolti in infiorescenze. 
Ha un portamento cespuglioso ed emana un intenso e persistente odore resinoso che caratterizza, insieme alle altre specie, il bouquet aromatico della macchia mediterranea.
I frutti sono delle piccole drupe (bacche) di forma sferica o ovoidale di colore rosso e sono ben visibili in estate e autunno. È una pianta eliofila e termofila e resiste bene a condizioni prolungate di aridità.  
Al lentisco vengono riconosciute proprietà pedogenetiche ed è considerata una specie miglioratrice nel terreno. Il terriccio presente sotto i cespugli di questa specie è considerato un buon substrato per il giardinaggio. Per questi motivi la specie è importante, dal punto ecologico, per il recupero e l'evoluzione di aree degradate.
La resina del lentisco, color giallo paglierino, è nota come mastice di Chio e veniva anticamente usata come  gomma da masticare per la sua azione benefica sul cavo orale (tonico delle gengive e purificante dell'alito). 
Il mastice di Chio e'  inoltre considerato antidiarroico, anche se l'uso del lentisco come pianta medicinale è attualmente sconsigliato. 
Gli impieghi attuali della resina vanno dalla profumeria all' odonotecnica (come componente di paste per le otturazioni e mastici per le dentiere). 

Io, proprio oggi ne ho sperimentato l'uso come pianta ornamentale: http://lafabia.blogspot.com/2011/10/centrotavola-autunnale.html




Monday, September 26, 2011

GINKGO BILOBA

Le Ginkgoine, per la maggior parte fossili del Mesozoico, sono attualmente rappresentate  da una sola specie vivente, il Ginkgo Biloba, ritenuta per questo motivo un "fossile vivente".
E' un albero dioico, originario della Cina, coltivato da noi nei giardini e nei parchi. In Giappone e' considerato un albero sacro e si trova spesso nei pressi dei templi. Puo' raggiungere anche i 40 metri di altezza e il tronco 1 metro di diametro. 
Le foglie, contraddistinte da un bel verde brillante, hanno la forma di ventaglio. 
Contengono principalmente terpeni, steroli e polifenoli, responsabili delle proprieta' terapeutiche di questa pianta. 
Lavate in acqua e conservate in alcool, le foglie possono servire per medicare le ecchimosi, le ulcere e le bruciature, di cui favoriscono la riepitelizzazione e cicatrizzazione.
Gli estratti di queste graziose foglioline sono stati introdotti in terapia nelle affezioni venose (flebiti, fragilita' vasale ed emorroidi). 
Agiscono anche sulla circolazione a livello cerebrale e oggi costituiscono la base di un nuovo farmaco per la cura dell'arteriosclerosi, delle vertigini e delle turbe di memoria delle persone anziane.
L’effetto dei flavonoidi sui tessuti si manifesta con miglioramento del metabolismo cellulare e prevenzione dell'ossidazione lipidica indotta dai radicali liberi. L’uso cosmetico del Ginkgo è essenzialmente legato alla marcata attività antiradicalica dei principi attivi a livello del microcircolo e del metabolismo cellulare. Gli estratti di Ginkgo entrano quindi nella formulazione di cosmetici adatti a proteggere la pelle dallo stress ossidativo e in prodotti antiage, svolgendo una potente azione coadiuvante nel rinnovamento delle cellule epidermiche. Per le loro benefiche proprietà sulla microcircolazione, inoltre, i derivati estrattivi del Ginkgo Biloba vengono impiegati nei trattamenti cosmetici per la fragilità capillare e la cellulite.

Sunday, September 25, 2011

ALLORO (LAURUS NUBILIS)



Il suo nome evoca la vittoria, la sapienza e la gloria.
Nella mitologia greco-romana l'alloro, o lauro, era una pianta sacra: con corone ottenute dall'intreccio delle sue fronde infatti venivano cinte le fronti dei vincitori dei giochi Delfici e costituiva il massimo onore per un poeta che diventava laureato.
L'alloro e' un albero perenne che cresce spontaneo nelle regioni mediterranee. Si tratta di una pianta dioica. Una pianta si definisce dioica quando reca i fiori maschili e i fiori femminili su piante separate.  Viene solitamente potato e per questo a noi e' nota soprattutto la forma arbustiva.
Le sue foglie hanno odore aromatico, soprattutto dopo sfregamento, e un sapore un po' amaro.
Viene largamente impiegato in cucina, in particolare nella preparazione di carni e pesci ai quali conferisce un profumo fresco e speziato.
E' da sempre impiegato come sostituto della canfora nella lotta contro le tarme: e' ugualmente efficace e...ha un profumo molto piu' gradevole!
Ecco le sue proprieta' terapeutiche.
Il principio attivo, che risiede oltre che nel frutto anche nelle foglie, si chiama cineolo. Esso per uso esterno e' uno stimolante e antisettico, mentre per uso interno agisce come digestivo.
A questo proposito vi posso dire che mio padre, da sempre, prepara un ottimo liquore che ottiene trattando con alcool etilico puro le foglie dell'alloro.
A fine pasto aiuta la digestione e per esperienza personale ho potuto apprezzare le sue proprieta' antisettiche contro tosse e raffreddore.
Anche l'infuso e' ottimo: basta lasciare riposare in acqua bollente una sola foglia secca.
E' una deliziosa bevanda che puo' essere resa ancor piu' gradevole con l'aggiunta di qualche goccia di succo di limone e un cucchiaino di miele.